Esercizi Spirituali

L'EVOLUZIONE DELLO STILE (la vita e le opere)

*****E' la breve introduzione strumentale dell'album. *****
*****E' basata sulla citazione ironica degli attacchi di "The Melody Plot" 
*****(1984) e "Moods" (1987), ben riconoscibili da chi conosce 
*****i precedenti lavori di H45, che diventano dopo poche battute 
*****una banale dance.

IL GIARDINO

tra le piante
lentamente
si avvicina lieve 
e sfiora il tuo respiro
come un vento
come un canto
ti offre una mano
e tutte le istruzioni per smarrirti
e se accetti il rischio 
tra la terra e il muschio
scoprirai un sentiero
che confonderà il tuo sonno
tra radici antiche
edere assopite
e ciclamini
silenziosamente assorti

lei ti cercherà
ti sorprenderà
ti conquisterà
porta doni meravigliosi
doni meravigliosi
doni meravigliosi
doni meravigliosi
per te

ha cascate d'acqua di sorgente
e un gelo ardente come menta
quando schiude gli occhi
ed improvvisamente ride
e ora sei sicuro
seguirai il suo volo
in bilico sul buio
e giungerai con lei al mattino

APPROSSIMANDO L'INFINITO PER DIFETTO

*****strumentale*****

GARBINO (dall'altra parte del mare)

lei 
prende un po' di notte per me
me la spedisce per posta
fra poco un nuovo giorno esplode
non sa se il cuore le basta
poi 
raccoglie un po' di mare per me
e si ferisce in un dito
vede l'acqua sporca di sangue
ma non capisce chi è stato.

lei 
respira un'alba immensa per me
la notte inizia a sparire
mentre dall'altra parte del mare 
lo stesso sole 
ogni giorno 
muore

PER UN AMICO

Entrerei pure di soppiatto
spostando le tegole del tetto
nel tuo tepore di cucina
con le sembianze del tuo gatto
per cogliere briciole di affetto
spogliato dell'umana consistenza
da te assorta nella tua compieta
di gratitudine e di assenza
quando le parole dei poeti
ti hanno ferito già abbastanza
rigirando con arte
dentro piaghe già aperte
e la letteratura ti provoca a carte scoperte.

Per un amico scriveresti un libro, perderesti il sonno, veglieresti in piedi,
e pensi così forte che si sente anche da così lontano
e conservi ogni momento perchè il tempo non lo possa rovinare
io sarei pieno di ricordi ma non riesco a ricordare
perchè sono sempre in mezzo a qualche storia più contorta
e chiamo al telefono per dire "ci sentiamo un'altra volta"
e catalogo i miei sogni per potermi organizzare
ed ho tante idee da non riuscire più a pensare
così consumo le mie sere
con droghe leggere e leggerissime
ivi incluse le note
di canzoni straniere
che fanno naufragare il mio realismo su remote scogliere.

Travestito da me
giro mille città
guardo il mondo sparire laggiù
e mi chiedo perchè 
solo quando mi va
e non cerco conferme da su.
Ma la vita non è
solo pubblicità
e vetrine di posti un po chic
e conservo le ali
lasciate a metà
per partire di nuovo da lì.

UN'ALTRA NOTTE (soltanto per vederti passare)

*****strumentale*****

TERRA ROSSA

Derubati
fummo piuttosto che visitati
della nostra storia silenziosa
da chi portò da lassù la sua e la sua verità.
Calpestati 
fummo oltre che incatenati
a un filo sottile
che ci han cucito al centro della nostra anima.
Sacrificati
a un idolo diverso
non meno perverso
da loro scesi dal cielo
a prestarci la speranza e a venderci la guerra
a regalarci i loro errori e miraggi marci
a farci belle foto per collezionarci
e portarci come souvenir.

Ma mi resta questa casa di terra rossa
che brucia sotto i piedi come braci ardenti
mi tempera la pelle dura come scorza
mi veste di paura e di sabbia negli occhi
mi restan questi figli di pelle ed ossa
necessari alla mia vita più di una sorgente
e questo suolo antico arido come roccia
che prende la mia vita e non regala niente.

Naufragato
fui alfine più che approdato
sulle rive di un mondo nuovo
il cui colore la mia carne conosceva già.
Abbandonato
abbandonato più che trascurato
da loro che ricordano me
calcolando su una loro errata idea di eroi.
Trasportato
cambiato trasformato
da una mano amica e potente
che mi spinge come vento
a rispondere al sangue con il mio sangue
a combattere la guerra con la mia pace
a distruggere il dolore con la mia croce
a dare la vita.

Ma mi resta questa prova di carne ed ossa
che forgia la mia inutile presunzione
che scuote le mie spalle come una percossa
e dilata i miei orizzonti di paziente amore
Ma mi resta questo cuore di terra rossa
per colui che me lo plasma quotidianamente
che brucia nel mio sangue e gli ridona forza
trascina la mia anima in un tempo non più mio.

RIFLESSIONI SULLA CRISI DEL CINEMA

C'ero anch'io nel tuo sogno
ero il ragazzo bruno sullo sfondo
l'astronauta o il pioniere inquieto
in un locale in cui suonavano jazz
c'ero anch'io nel tuo sogno
e non solo spettatore attento
nel planetarium buio e silenzioso
di stelle prossime allo spegnimento
in cui bastavano prospettive
di autostrade fino all'orizzonte
a dilatare spazi senza fine
dai velluti rossi di poltrone e tende
in cui splendenti di luce riflessa
quasi sospesi su una notte ancora tutta da esplorare
esploravamo divertiti di noi stessi
le possibili sceneggiature.

E chi non ha come me imparato
a vivere in cinemascope
a scandire come fotogrammi lenti
azioni pensieri momenti?
e chi non ha mai sentito l'esigenza
di un commento sonoro adeguato
di un'uscita di scena trionfale
accompagnata da un crescendo orchestrale?

Ero anch'io nel tuo sogno
un personaggio affatto marginale
costretto a uscirne per un vizio di forma
e a usare la sua arte in rare feste di carnevale
E ora quale piattezza
commerciare poesia da due lire
abbracciare l'era digitale
inventare nuovi gadget per il videoregistratore?

Ma un vento strano soffia lungo questi viali allucinati da flashback
su cui il tramonto proiettia ombre sottili
pronte ad uscire e ad incontrarsi e presuntuose ad evitarsi
a raccontarsi a radunarsi in club
non rinunciando a pensarsi bambini.

CHE COSA VUOI FARE CON LA MUSICA?

*****strumentale*****

INTENZIONALMENTE LASCIATA IN BIANCO

*****strumentale*****

DURANTE IL VIAGGIO LA NOSTALGIA
(mus. Simona Bansi, da una poesia di Nazim Hikmet)

Durante il viaggio la nostalgia
non si è separata di poco da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio.
Non dico che fosse come le mie mani
quando si dorme si perdon le mani
e io non perdevo la nostalgia
nemmeno durante il sonno.

	Non dico che fosse fame o desiderio
	del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
	era qualcosa che non può giungere a sazietà.

Non era la gioia o la tristezza
non era legata alle città
alle nuvole ai ricordi
era in me e fuori di me.
Durante il viaggio la nostalgia
non si è separata di poco da me
e di quel viaggio nulla mi resta
se non quella nostalgia.

LA MUFFA SOPRA IL CUORE

non ho +
voglia di scontrarmi x te
non ho +
voglia di cambiare idee
non ho +
bisogno di esplorare il mondo
non ho +
ansia di profondo
strano Xò
che quel che è xso torna sempre a galla (anche se in ordine sparso)
strano Xchè
scopro che il fuoco  brucia sempre = anche se tu 6 diverso
ma:
mi fermerò
ci ripenserò
mi pentirò
mi torturerò 
fino a scoprire
quando è nata
xchè e dove 
e questa 
muffa sopra il cuore
cos'è

schiuderò la porta a nuove eventualità
sfuggirò il cerchio delle causalità
cercherò la festa che non fa rumore
toglierò
la muffa sopra il cuore

strano che sia la stessa voce che in passato urlava che ora sento distante
eppure la mia riconosce in mezzo a tanti echi il proprio altoparlante
mi fermerò
ci ripenserò
mi concentrerò
ed imparerò 
a non voltarmi indietro
o a voltarmi indietro il giusto
e col pretesto dell'orgoglio
dare il meglio
e ricordarmi di te
 
POSSIBILITÀ QUOTIDIANE DI RITORNO

*****strumentale*****

TERMODINAMICA DELLA VITA SENTIMENTALE
Mentre le parole come gas sollecitato da un gradiente di pressione già tentavano di uscire, non filtrate dal pensiero, ma soltanto dall'istinto di sfogare finalmente tutta l'insoddisfazione, percependo che sulle tue labbra cominciava a comparire quell'accenno di sorriso con il quale tu, dissimulando la disattenzione, spesso fingi un interesse che risulta ben più fastidioso della distrazione, benchè tante volte già in passato avessi sorvolato e finto che non fosse poi così importante il mio discorso, non sapendo trarre insegnamento dalla mia esperienza - che piuttosto acuiva ulteriormente la mia insofferenza - seppi come ormai non sarei più riuscito a contenere la trasformazione irreversibile già in atto, e proprio il fatto di sapere l'indomani intrappolato tra un rimorso per la mia incoscienza ed un ennesimo rimpianto, come tante volte nel momento in cui il confine tra la voglia di provocazione e il desiderio di chiarire cominciava a farsi tenue e vacillava il mio buon senso, pur sicuro che un buon sonno avrebbe consigliato meglio, valutando le parole con cui cominciare (perchè forse non mi avresti mai lasciato il tempo di finire) mentre già prendevo fiato tu mi interrompesti e mi dicesti: "credo che noi due dobbiamo parlare".

SOFFITTI SOFFOCANTI DI SABATO SERA

Strano che i tuoi occhi non coincidano piu' con i miei.
Strano che il silenzio del tuo viso non mi dica piu' quel che vorrei.
Ma io non sono come te.
Io non vivo piu' di te. 
Strano che non vuoi piu' che ti dica quello che non so.
Strano che i tuoi amici non ti chiedano continuamente come sto.
Ed io non sto come vorrei.
Ma forse non lo saprai mai.

SOFFITTI SOFFOCANTI DI SABATO SERA

*****strumentale*****

MORTE E RISURREZIONE

Quando mi escono Parole appiccicose
di Burro e di Salsedine, vuol dire
che sono già molto avanti nel mio Sonno,
nella mia lunga Passeggiata nell'Autunno,
allora puoi trovarmi dentro al Bosco,
tra Betulle di gesso - come muri di una Scuola -
e inseguo invano i tuoi Passi di Lepre sulle Foglie
e la tua Voce umida di Muschio ... che mi svegli.

Vienimi a cercare dentro il Mare,
quando schiumeggerò di Rabbia e l'Onda è alta
e ho affacciato il mio Corpo sull'Abisso,
nella Nebbia pesante sudata dalla Spiaggia
e su un Guscio di noce - alla deriva -
tagliando coi miei remi un Buio liquefatto -
mi lascerò alle spalle Rive tristi
e inseguirò all'Aurora un Orizzonte di Alabastro.

Non so se sia Siberia o Tiberiade,
ma quando giungerai un Mattino per pescarmi
le mie Lacrime saranno già Cristalli 
e al tuo Soffio cadranno tintinnanti
e staccherò la Schiena dalla Pietra, 
scioglierò i Legacci che incatenano le Ossa
e le mie spalle stanche si faranno Ali
e alla fine - Trionfante - lasciando la Nebbia mi solleverò.

L'ULTIMA PANINOTECA SULLA STRADA PER EMMAUS
(voce recitante: Leonardo Masini)

come faccio a ricordarmi? ne passano tanti come loro, sa? 
vestiti male, sporchi, capelloni, e mi fanno un sacco di domande... 
cosa vuole che le dica? 
io ai miei tempi non avevo tanti grilli per la testa, 
si lavorava, altro che storie! 
io a questi gli offro una paglia, 
gli porto la loro bella birra, e il giorno dopo non ci pensano più.

H45@Oblique Muzique - Carlo Pentimalli 1995